Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

A visit from the goon squad ( il tempo è bastardo)

scritto da Egan Jennifer
  • Pubblicato nel 2010
  • Edito da Random House
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 02 maggio 2013

Il romanzo è composto da 13 capitoli, che potrebbero essere letti come racconti in sé stessi tanto sono differenti nel genere e nella scrittura.
La connessione tra di essi è estremamente fragile, in quanto è affidata al fatto che ciascun capitolo ha un personaggio in comune con un altro capitolo.
Non esiste, quindi, una trama unitaria, né una gerarchia di caratteri, assomigliando lʼinsieme alla debole interrelazione di particelle subatomiche ( in questo caso i protagonisti) e lʼautrice ad un fisico perplesso che si chiede se " può una particella conoscere ciò sta accadendo alle altre".
Ossia è possibile nella nostra società frantumata e liquida avere un terreno comune di relazioni, o ciascun individuo vive come una monade solitaria e incomunicabile ? Già da questo avvio si può capire che si tratta di un romanzo complesso, sofisticato, frammentario e per certi versi incomprensibile.
È difficile fornire un quadro unitario alla narrazione.
Ci proverò.
La storia dovrebbe svolgersi dagli anniʼ80 ad oggi, con in mezzo lʼera Bush, con tutto ciò che è stata per la coscienza americana.
Bonnie è un ex musicista ed oggi discografico, la sua assistente è Sasha, una giovane donna, malata di cleptomania.
Da questi due personaggi si diramano diversi percorsi,che solo alla fine, forse, si ricongiungono.
In una successione scombinata sotto il profilo cronologico e narrativo ( numerosi sono i salti temporali così come non sono chiari i legami tra i racconti) si succedono le vicende del gruppo musicale, cui faceva parte Bonnie da giovane, le relazioni familiari e amorose del discografico che scoprì il gruppo, la storia di Jules, fratello dellʼex moglie di Bonnie, che ha scontato anni di prigione per aver tentato di violentare Kitty, una giovane attrice, che ritroviamo, molti anni dopo, a collaborare con Dolly, pubblicista e a sua volta datore di lavoro, in un altro momento temporale, della moglie di Bonnie, quando i due non erano ancora separati.In altri racconti seguiamo Sasha, la sua vita trasgressiva in un gruppo di giovani dediti al sesso e alla marjuana, e poi, nientedimeno, a Napoli, dove vive nei quartieri spagnoli.
Il libro si chiude con i personaggi ormai avanti negli anni, lontani dalla loro vita sconsiderata e confusa.
Bonnie ed Alex, un vecchio amico di Sasha, al quale peraltro la ragazza aveva rubato il portafogli, la vanno a cercare per sapere che fine ha fatto.
Non la trovano e quindi dovremmo concludere che non è possibile una stabile relazione tra le persone, che siamo come individui " ciechi" che nulla sappiamo degli altri.
Ma la generazione degli anniʼ80, alla quale appartengono i personaggi, è ormai passata, travolta dallʼera di Bush: nuovi stili di vita stanno emergendo e sono impersonati da Lulu, assistente di Bonnie e, guarda caso, figlia di Dolly: volitiva, fredda, decisa, tecnologica.

Il romanzo, con il quale lʼautrice ha vinto il premio Pulitzer nel 2010, è stato presentato in Italia con i titolo " il tempo è bastardo", ponendo lʼaccento su uno dei temi del libro: il ricordo come un estremo e confuso tentativo di ritornare allʼegocentrismo giovanile, quando " niente era ancora deciso".
Il tempo, non cronologico, ma quello del ricordo, potrebbe essere lʼelemento unificante del romanzo.
Ma forse, per dare un senso al libro, è più corretta una traduzione quasi letterale del titolo: una visita da una squadra di sconsiderati ( letteralmente sarebbe da una squadra di teppisti).
Il romanzo sembra, infatti, narrare il ripiegamento in uno stile borghese e conformista di una generazione, che voleva vivere " sopra le righe", libera e trasgressiva: la nostalgia di quella felice età è tutto ciò che resta.

Lʼautrice dimostra grandi capacità di scrittura, per la ricchezza e lʼeleganza del linguaggio, per la moltitudine di generi letterari nei quali si è cimentata con successo.
In un capitolo, abbandona, persino, la prosa per ricorrere ad una presentazione in power point.
È chiara la coraggiosa ricerca di approcci che siano in grado di costruire la forma del romanzo su nuove regole e stili.
Lʼinnovazione, tuttavia, le ha preso la mano per quanto riguarda la struttura complessiva: un mosaico incomprensibile, una mancanza di ritmo narrativo, una ridondanza di personaggi e una dispersione delle vicende.
Restano, quindi, alcuni racconti pregevoli a fronte di altri meno accattivanti, ma il tutto risulta illeggibile.

Perché non leggerlo ? È un libro troppo intellettualistico da essere piacevole alla lettura.

Altre recensioni che potrebbero interessarti

Michel Strogoff

Verne Jules

The thin man

Hammett Dashiell