Gradimento Medio-alto

Tutti i nostri segreti

scritto da Aydemir Fatma
  • Pubblicato nel 2022
  • Edito da Fazi Editore
  • 313 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 26 giugno 2025
Per il versetto 41 della Sura XXIX del Corano la casa di chi non segue Allah è fragile come la tela di un ragno ("coloro che si sono resi patroni al di fuori di Allah assomigliano a un ragno che si è dato una casa. Ma la casa del ragno è la più fragile delle case. Se lo sapessero!"). Huseyin e Emine hanno sempre osservato salde regole morali e ottemperato ai propri doveri, ma ciò non ha impedito alla loro famiglia di dissolversi. Dopo anni di duro lavoro in Germania, Huseyin si è comprato un appartamento a Istanbul, e proprio quando è pronto ad accogliere la famiglia muore d'infarto. <<Solo una settimana, per passeggiare con loro sul lungomare, per offrire un cay ai tuoi figli, per prendere la mano di tua figlia e dirle quanto le vuoi bene, per dire ai tuoi figli che sei fiero di loro, per chiamare Sevda e chiederle perdono>>. Se Huseyin può morire credendo ancora di essere amato e rispettato (ai suoi occhi è stato un giusto e buon padre e marito!), la moglie Emine dovrà porsi impietosamente dinanzi alle proprie colpe, dopo che la scrittrice narra le storie dei quattro figli. <<La telefonata è arrivata di notte. Un grido. Umit lì per lì non capiva se quel grido fosse uscito da uno dei suoi sogni, che ultimamente lo svegliavano di continuo con un nodo in gola>>. Umit, ancora adolescente, ha appena compreso di essere innamorato di un coetaneo e le sedute dallo psicoanalista gli hanno svelato i lati oscuri di una famiglia apparentemente serena. << E allora d'improvviso, quasi dal nulla, inizi a parlare di quando ti facevi pipì a letto, (...) e poi di quei brutti litigi sottovoce dei tuoi genitori, (...) il mormorio infinito di tua madre che cerca di calmarsi recitando le sure del Corano e ti fa paura>>. Sevda, che è arrivata in Germania solo a tredici anni e non è andata a scuola, è stata costretta a sposarsi ancora adolescente; quando torna dai genitori e vuole separarsi, le parole del padre sono categoriche: <<"è meglio che torni da Ihsan, Sevda". "Ma io non voglio". (...) "Viene a prenderti domani". Furono le ultime parole che Sevda scambiò con suo padre>>. Peri è la figlia che è andata all'Università, orgoglio dei suoi genitori benché non la comprendono. E d'altra parte come possono capire una figlia che studia Nietzsche e che ha conosciuto uno strano ragazzo curdo, Ciwan, al quale riesce a confessare che nella sua famiglia <<da qualche parte si è formata una crepa e ora è avvolta nel silenzio>>, come se ci fossero dei segreti che non si vogliono rivelare, che i suoi genitori si tengono dentro, cominciando dalla lingua, il curdo, che possono parlare solo loro. E il maschio più grande, Hakan, perché decide di andare a Istanbul in auto? Forse non vuole assistere al funerale del padre, cui rinfaccia ancora di avergli proibito di presentarsi a un casting per un film? <<Hakan non ha mai avuto un'opportunità e ora si arrangia come meglio può>>. Le storie ci portano all'ultimo capitolo del romanzo, in cui, in un drammatico colloquio tra Sevda e la madre, si svelano i segreti della famiglia, così apparentemente perfetta sotto la guida di Allah: è una sorta di catarsi in cui la voce che in noi, la coscienza, demistifica tutte le regole che ci sovrastano, le rappresentazioni che abbiamo di noi stessi, per farci capire chi siamo, finalmente. <<Ti chiedi chi sono io? Non è importante, Emine. La vera domanda è chi sei tu. Perché io sono solo una parte di te. Emine. Sono l'abisso tra la tua fede e le tue azioni. Sono il contrasto tra l'immagine che hai di te e la faccia che mostri agli altri. Sono il divario tra ciò che ritieni giusto e sbagliato, la crepa sottile nella tua morale, lo scarto tra come sei e come dovresti essere>>. E nell'appartamento dove pensavi di vivere gli anni che ti restavano ritrovando l'amore per Huseyin, appartamento in macerie sotto il terremoto, immagini, Emine, di aprire la porta. <<il tuo cuore esulta. Dici: Ciwan>>. Pure il mistero più grande della tua vita, la tua colpa più grave, si svela, <<e potrai perdonare te stessa>>. 

Sarebbe riduttivo leggere il romanzo solo nel suo contesto sociale e antropologico: una famiglia curdo-turca emigrata in Germania, risultato di un intreccio di storie, culture, lingue, e lacerazioni difficili da sanare. In tutti i personaggi, anche in quelli più istruiti e integrati come Peri, c'è l'idea di essere degli estranei, qualcuno che potrebbe essere cacciato in ogni momento; tanto più che la loro origine curda, nascosta con attenzione dai genitori, li rende dei possibili stranieri o persino nemici nella stessa Turchia. Certo c'è tutto questo; ma per apprezzare il romanzo bisogna volare più in alto, alle cose non dette all'interno di ogni famiglia, alla difficoltà di comunicare tra genitori e figli, alla pretesa dei primi di disegnare il destino dei secondi, al fatto che la casa è fragile come la tela del ragno e non la salviamo affidandoci a Dio, alle regole morali, al denaro e al consumo. La famiglia deve essere <<il luogo in cui vi perdonerete sempre a vicenda. Perché solo il perdono può alleviare la nostra solitudine. Perché solo se perdoni sarai perdonata a tua volta>>, così parla la coscienza a Emine.

Il romanzo è articolato in capitoli che corrispondono alla storia di ciascuno dei protagonisti. Dapprima, il lettore non si raccapezza e pensa a semplici biografie, legate tra loro solo dall'appartenenza dei protagonisti alla stessa famiglia. Solo alla fine, si capisce che c'è un filo conduttore, che ruota intorno a una tragedia, di abbandono e di rifiuto. La trama non conserva sempre lo stesso ritmo narrativo, in particolare nel capitolo dedicato a Hakan, un po' banale e fuori tono. La scrittura è fatta di dialoghi serrati e di approfondimenti psicologici, in alcuni casi molto efficaci, in particolare nella narrazione di Sevda, senza dubbio un personaggio centrale. E' interessante il passaggio dalla terza persona narrante al tu, usato abilmente quando la scrittrice tratta di Emine e di Huseyin, una forma letteraria che crea un misto di accusa e di comprensione, comunque sempre di vicinanza emotiva a queste due tragiche figure.  

Perché leggerlo? Molto bello, quasi un capolavoro.

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