Tra i migliori che ho letto!
e lo rileggerei volentieri

Una questione privata

scritto da Fenoglio Beppe
  • Pubblicato nel 1963
  • Edito da Garzanti
  • 177 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 19 marzo 2005

Il libro è ambientato nelle colline di Alba durante la resistenza.
Milton è un partigiano, che ritorna nella casa dove ha frequentato, e amato segretamente, Fulvia, e apprende che la ragazza avrebbe avuto una relazione con Giorgio, diventato anche lui partigiano.
Per sapere la verità si mette alla ricerca di Giorgio, il quale, nel frattempo, è stato catturato dai fascisti e rischia di essere fucilato.
Milton cerca di fare un prigioniero per avere uno ostaggio da negoziare con i fascisti, non riesce in questa impresa e quindi ritorna alla villa ma viene inseguito dai fascisti, che si erano appostati nella casa.
Il racconto può essere interpretato sotto molti punti di vista: la storia di amore di Milton per Fulvia, che travalica la passione politica, un "romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando Furioso e nello stesso tempo c’è la Resistenza così com’era, di dentro e di fuori (Italo Calvino prefazione a "Il sentiero dei nidi di ragno", 1964); la guerra partigiana come tragedia esistenziale, che "nasce nelle selve, tra i fiumi, sulle colline, tra gli anfratti, i rigagnoli, i sentieri del suo Piemonte (Geno Pampaloni); la descrizione nuda e obiettiva della violenza come significato unico dei rapporti tra gli uomini, tema già presente nella raccolta di racconti "I ventitré giorni della città di Alba".
Tutte queste interpretazioni sono possibili, perché, come ancora scriveva Italo Calvino: "è un libro assurdo, misterioso, in cui ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest’altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché".
A me piace, tuttavia, pensare che uno dei temi del libro sia la coesistenza della vita tipica della pace con un clima di guerra, che si estrinseca sia nella sopravvivenza del mondo dei sentimenti (la gelosia, l’amicizia, gli scherzi, i rancori tra vicini) che nell’abitudine alle condizioni imposte dalla violenza e dalla precarietà.
Da questo punto di vista basti pensare all’episodio della stalla, nella quale riposa un gruppo di partigiani mentre una vecchietta lavora a maglia e un bambino prepara i compiti.
"Presso l’uscio della cucina una vecchia sedeva su un seggino da bimbo e filava la conocchia.
I suoi capelli apparivano della medesima materia del filato.
Buona sera, signora, le disse Milton.
Accanto alla vecchia un bambino inginocchiato su uno strato di sacchi stava scrivendo il compito su un mastello capovolto".
La guerra è violenza e crudeltà ma gli uomini devono continuare a sopravvivere, devono cercare di conviverci.
È questa la più profonda violenza della guerra.
Il romanzo è splendido: lo stile è essenziale ma nel contempo suggestivo ed evocativo, soprattutto a motivo della descrizione del paesaggio e dell’ambiente.

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