Gradimento Medio
e non lo rileggerei

Le Locataire

scritto da Simenon Georges
  • Pubblicato nel 1934
  • Edito da Editions Gallimard
  • 182 pagine
  • Letto in Francese
  • Finito di leggere il 26 dicembre 2009

Elie Nagéar è un giovane cosmopolita che è cresciuto e vissuto a lungo in molti paesi, in particolare in Turchia.
Nel suo viaggio verso lʼEuropa conosce Sylvie, con la quale ha una relazione.
La ragazza lavora in un locale notturno e in poco tempo i due disperdono i pochi soldi che possiedono.
Preso dalla disperazione, in un viaggio in treno da Bruxelles a Parigi, Elie rapina e uccide un ricco frequentatore del locale notturno.
Per nasconderlo, Sylvie lo manda presso la madre che gestisce una pensione.
La vita della padrona di casa, di Antoinette, lʼaltra figlia, degli inquilini ruota intorno la cucina, dove si intrecciano le relazioni e dove Elie diviene ben presto il centro dellʼattenzione con le sue storie incredibili della sua vita e dei paesi nei quali è vissuto: " come un preludio di unʼorchestra, si sentiva nascere ed intensificare il rumore delle forchette, dei piatti e dei bicchieri, quando si sentiva una voce, era quella di Elie...
Egli non mentiva ma aveva lʼimpressione di mentire.
Cercava nella sua memoria qualche cosa da raccontare ancora, qualche cosa di consolante e di fluido come una canzone napoletana".
Si viene a creare in tal modo unʼatmosfera surreale, che rompe la mediocre e monotona vita della casa.
Tutti gli abitanti della pensione sono affascinati dal nuovo inquilino al punto che, quando si viene ormai a sapere che è lʼassassino, non lo denunciano ma anzi in qualche modo lo nascondono sperando in una sua fuga.
Anche quando Elie, ormai catturato e condannato, viene imbarcato, con gli altri deportati, sulla nave che lo condurrà ai lavori forzati, sul molo a salutarlo ci sarà la padrona di casa, piena di nostalgia per un giovanotto che per un pò di tempo ha portato novità alla sua mediocre vita borghese.

Lʼambiente è la piccola borghesia belga.
Il racconto si sviluppa lentamente, attento ai dettagli della vita di una pensione, dove gli inquilini arrivano a mala pena alla fine del mese e dove, paradossalmente, tutta lʼattenzione è al decoro,al rispetto del buon nome: il marito della padrona di casa è un capo treno delle ferrovie belghe !! Ma allora come mai tutti si lasciano avvincere dalle storie del nuovo inquilino ? Come mai non lo denunciano ? Forse perché, sembra dirci Simenon, a tutti noi sta stretta la piattezza della vita di tutti i giorni.

Perché non leggerlo ? Si legge molto bene per merito dello stile, conciso ed efficace.
Ma il ritmo narrativo è troppo lento per rendere avvincente la lettura.

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