Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

La sovrana del campo d’oro

scritto da Salgari Emilio
  • Pubblicato nel 1905
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 23 agosto 2008

Questo romanzo appartiene al ciclo del West.
Influenzato dalla figura di Buffalo Bill, Salgari ha sviluppato una serie di storie che hanno come ambiente storico la mitica conquista del West, tra figure eroiche, indiani selvaggi (gli Apaches e i Navajos) e cattivi americani.
Una giovane donna (la Sovrana del Campo d’oro), il cui padre è stato rapito da alcuni banditi che chiedono un ingente riscatto, decide di mettersi "allʼasta" per recuperare la cifra necessaria per liberare il padre.
Il vincitore dell’asta l’avrà in sposa.
All’asta partecipano un giovane ingegnere e un ricco uomo di colore, che è a capo della pesca e del commercio dei granchi, in mano ai cinesi: per questo motivo viene chiamato il Re dei Granchi.
Il giovane ingegnere non ha il denaro per competere con il ricco mercante, ma riesce, con l’aiuto di un giovane scrivano, a ingannare il Re dei Granchi, a vincere l’asta e a scappare nel West con la ragazza per liberarne il padre.
Ovviamente, il cattivo mercante si mette all’inseguimento.
Tutti viaggiano in treno, il mezzo rivoluzionario che permette di ridurre le distanze ed è emblematico della superiorità tecnologica degli americani.
Si susseguono una serie di avventure sul treno, si assiste al passaggio di unʼenorme mandria di bisonti e infine i tre giovani, la ragazza, il giovane ingegnere e lo scrivano, si mettono in marcia in territorio Apaches per arrivare al nascondiglio dove è tenuto prigioniero il padre.
Con loro ci sono Buffalo Bill e alcuni valorosi.
Si susseguono altre avventure, in quanto il ricco mercante, insieme con un gruppo di messicani crudeli, è sempre all’inseguimento.
Mentre sono in fuga dal cattivo, i tre giovani vengono catturati dagli Apaches.
Si assiste a una sorta di processo da parte dei capi indiani, nel quale la società dei bianchi viene messa sotto accusa (è la parte politica del romanzo nella quale ricompare la visione anti colonialista di Salgari).
I tre giovani vengono condannati, ma il giovane ingegnere e lo scrivano riescono a fuggire (in un torrente sotterraneo), mentre la giovane rimane prigioniera.
Si arriva al punto centrale del romanzo: il duello tra la giovane americana e una guerriera indiana, duello dal quale uscirà vittoriosa la prima.
Dal quel momento il romanzo scivola verso una felice conclusione: arriva Buffalo Bill, viene scoperto il nascondiglio del rapitore, che nel frattempo si è alleato con il cattivo mercante, e infine viene liberato il padre e sconfitti i cattivi.
La trama è molto articolata ma a differenza dei romanzi del ciclo della Malesia e del ciclo dei Caraibi, manca la tensione narrativa.
Innanzitutto l’autore non riesce a creare quella suspense, quellʼattesa che contraddistingue i libri appartenenti agli altri due cicli: si percepisce qualche cosa di falso e di costruito, che viene inutilmente sostituito dall’articolazione della trama.
In secondo luogo, al centro del romanzo è collocata la figura di unʼeroina, che non costituisce una novità per Salgari, se si pensa a Jolanda la figlia del corsaro nero e alla Regina dei Caraibi.
In questo caso l’eroina è, tuttavia, un personaggio freddo, che persino dinanzi alla morte rimane di ghiaccio, che non esprime sentimenti verso il giovane ingegnere, innamorato.
È tutta forza e tutto coraggio, forse è come si immaginava Salgari la donna americana.
Ciò che condiziona, forse, l’intero romanzo è l’ammirazione per la società americana, che appare troppo convenzionale per dare spessore emotivo ai personaggi e all’ambiente.
Resta solo la trama.

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