Tra i migliori che ho letto!
e lo rileggerei volentieri

Il Re del Mare

scritto da Salgari Emilio
  • Pubblicato nel 1906
  • 100 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 28 marzo 2008

il libro è articolato in due parti.
Nella prima parte si narra l’avventura di Yanes che va a salvare Tremal-Naik e sua figlia Darma.
L’ambiente è quello del Borneo, ricco di strani animali e di un contesto esotico.
I colpi di scena si succedono uno dopo l’altro ma emerge un non so che di artefatto e di ripetitivo, che rende noiosa la lettura.
Questa parte del libro si chiude con unʼulteriore sorpresa: il terribile capo dei Tughs ha avuto un figlio e questʼultimo vuole vendicare la morte del padre e per questo si è alleato con gli inglesi per sconfiggere Sandokan.
L’isola di Mompracen è stata conquistata e i pirati della Malesia decidono di dichiarare guerra all’Inghilterra.
Nella seconda parte compare il vero protagonista, che è l’incrociatore Re del Mare, con il quale i tigrotti scorazzano, combattono e vincono.
Ritornano le scene di mare, di un mare tempestoso e di coste inaccessibili.
E compare una storia dʼamore impossibile, quella tra Darma e il figlio del terribile Tugh.
Il racconto diviene più articolato ed episodi di combattimento si alternano a momenti colloquiali, che conducono pian piano a creare una sorta di amicizia tra il figlio del Terribile Tugh e i capi dei pirati.
Come nel Corsaro Nero, ci si aspetterebbe una fine triste; anzi in questo caso si arriva al punto che Sandokan e Yanes potrebbero essere sconfitti, morire o essere fatti prigionieri.
In particolare Sandokan è stanco, non è più l’uomo di un tempo, è meno marmoreo di quanto è apparso negli altri romanzi.
Ma alla fine c’è il colpo di scena: l’amore trionfa e per amore il figlio del terribile Tugh capisce che non ha senso vendicarsi, anche perché così facendo perderebbe l’amata.
I capi dei pirati vengono liberati.
A differenza degli altri libri del ciclo della Malesia si è di fronte a una caduta di vigore nel ritmo narrativo (tant’è vero che l’autore utilizza a piene mani le sue tecniche collaudate senza alcuna innovazione) e anche la descrizione del contesto (il mare e la foresta) appare marginale nel racconto.
Emerge, tuttavia, un tema che non era presente negli altri romanzi: quello della tecnologia, impersonato dalla potenza dell’incrociatore e dall’ingresso nel racconto di un inventore, che può provocare una esplosione a distanza.
La tecnologia rende obsoleti Sandokan e Yanes: il loro ciclo vitale è terminato perché il mondo è cambiato, non è un caso che a sconfiggerli siano quattro incrociatori, anch’essi potenti e veloci.
Ma la tecnologia ha le sue fragilità: il Re del Mare naviga con l’incubo di non trovare carbone per alimentare le caldaie e l’inventore muore, colpito da una semplice granata.
Il mondo della vela scompare ma le nuove tecnologie danno agli "eroi" minore autonomia e indipendenza.

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