Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

Canale Mussolini

scritto da Pennacchi Antonio
  • Pubblicato nel 2010-2015
  • Edito da Mondadori
  • 880 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 07 agosto 2022
"Noi due però, signore mio, non possiamo andare avanti così. (...) Io non ho capito bene che cosa le serve, ma (...) se io dico che hanno fatto una cosa, hanno fatto una cosa e basta, mi deve credere, se no è meglio che lasciamo stare. Io non mi invento niente. Al massimo posso ricordare male". Immaginando di parlare con un interlocutore Pennacchi adotta un tono colloquiale per raccontare la storia dei Peruzzi, mezzadri del rovighese costretti a lasciare la terra perché sommersi dai debiti e che vanno nell'Agro Pontino a colonizzare le aree bonificate dal governo fascista. E' una lunga narrazione che si sviluppa dalla fine dell'ottocento all'inizio degli anni 2000: un' abbuffata di storia e di vicende familiari che ci piacerebbe fosse il prolungamento del "Mulino del Po" di Riccardo Bacchelli, ma purtroppo non lo è (si veda la recensione del romanzo di Bacchelli in questo sito). I Peruzzi sono una tipica grande famiglia contadina: con una figura centrale costituita dalla madre e una estesa figliolanza fatta di maschi irrequieti e di femmine alle quali occorre trovare il giusto marito. Se negli altri la "furia" ereditaria si stempera nel rispetto delle norme sociali e delle opportune convivenze (con il padrone, le autorità e gli altri contadini), Pericle, l'amato secondogenito, non riesce a contenersi, soprattutto dopo l'esperienza del fronte nella prima guerra mondiale. Si ribella alle leghe bracciantili, che ancora dominavano nelle campagne, si mette insieme con gli squadristi al punto di uccidere un prete antifascista, innamoratosi di Armida, una affascinante coltivatrice di api, anche se respinto la fa propria e la sposa. L'adesione attiva al fascismo permette a Pericle di ricorrere a un potente gerarca per trovare una sistemazione alla famiglia nell'Agro Pontino. L'insediamento dei Peruzzi nelle terre ancora paludose, la scoperta di un'altra realtà agreste (con la funzione importante svolta dalle vacche), la costruzione di Littoria sono le parti più interessanti di questo lungo romanzo, anche perché si vede che Pennacchi conosce bene la storia del territorio e in particolare dei canali, tra cui il Canale Mussolini. Se avesse approfondito le vicende della colonizzazione dell'Agro Pontino partendo dal punto di vista di una famiglia contadina, il romanzo avrebbe assunto uno spessore sociale di rilievo; ed invece, chi sa perché?, l'autore ha voluto attraversare tutta la storia d'Italia: la guerra d'Etiopia, il conflitto nel Nord Africa, la lotta partigiana e chi più ne ha più ne metta. L'approccio colloquiale diviene un soliloquio di considerazioni banali e imprecise, un polverone nel quale Pennacchi mette tutto il suo vissuto ideologico; malgrado gli sconvolgimenti sociali e politici i Peruzzi sono immobilizzati come "statue di marmo", sempre uguali a sé stessi e ossequiosi delle regole ancestrali. Anche quando Armida tradisce Pericle tutto si ricompone all'interno dell'ala protettiva della grande madre, sempre pronta a salvaguardare l'unità della famiglia. Si percepisce una sorta di nostalgia per un mondo duro ma ordinato; ma forse è solo il desiderio del lettore di trovare un sentimento in una narrazione, che pare essere solo l'occasione di prolisse esternalizzazioni.

Il romanzo è stato trasformato in un graphic novel da Graziano e Massimiliano Lanzidei e Mirka Ruggeri. Al di là del segno grafico che non sono in grado di valutare, la traduzione in "fumetto" dà movimento alla trama, dando risalto ad alcune figure:  Armida (la passione carnale accesa dal giovane nipote, lo sciame impazzito di api quando si addensa la disgrazia), Adelchi, trasformato dalla guerra di Etiopia in un fascista razzista, e i giovani Pericle e Iseo, vittime designate di un'adesione qualunquista al fascismo.  Il graphic novel riscatta il romanzo, ma esalta le rigidità dei personaggi, forse volutamente, mentre l'Agro Pontino svanisce, non riuscendo la matita a creare l'atmosfera delle terre bonificate, così come peraltro non lo fa la penna dello stesso scrittore.


Perché non leggerlo? E' prolisso, meglio comprarsi il "fumetto".




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