Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

Piccolo Mondo Antico

scritto da Fogazzaro Antonio
  • Pubblicato nel 1895
  • Edito da Gulliver
  • 350 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 31 gennaio 2009

L’ambiente è il Lago di Lugano, ed in particolare la Valsolda.
Siamo tra le due guerre d’indipendenza.
Franco è il nipote di una potente marchesa ed è innamorato di Luisa, una giovane di famiglia seria ed onorata, ma modesta.
Tra la marchesa e Franco il contrasto non si limita all’amore del giovane per Luisa ma anche alle diverse idee politiche, la donna legata alla dinastia austriaca, l’uomo convinto patriota.
Franco sposa, all’insaputa della marchesa, Luisa e quindi la giovane coppia deve vivere in ristrettezze economiche, aggravate, ad un certo punto, dal licenziamento dello zio di Luisa, un funzionario onesto e serio dell’amministrazione lombardo-veneto: licenziamento dovuto alla volontà della potente marchesa.
La vita scorre serena e gravita intorno alla figlia della coppia, la piccola Maria.
L’unico contrasto tra gli sposi ha origine nelle differenti convinzioni religiose: Franco devoto e cattolico osservante, Luisa di fatto indifferente e atea nella sua coscienza.
Ci sono poi le idee politiche, comuni ai due sposi e al loro piccolo entourage, che, insieme con le difficoltà economiche, inducono Franco a trasferirsi a Torino.
Ed infine, a turbare l’andamento familiare e creare contrasti tra gli sposi si inserisce la scoperta di un documento con il quale il nonno di Franco, marito della marchesa, avrebbe lasciato l’eredità al nipote.
Franco, per orgoglio, non intende far valere il documento, che è stato nascosto dalla marchesa, e questo fatto indigna Luisa, non tanto per motivi economici quanto per l’ingiustizia subita.
Sulla vita della coppia, “ sul piccolo mondo antico”, irrompe la tragedia della morte di Maria, annegata nel lago.
Luisa si chiude in un dolore tragico anche perché si sente colpevole della morte della bambina.
Luisa si sente arida e fredda, si crea tra i due sposi una barriera, che rischia di distruggere il loro rapporto.
Scoppia la seconda guerra d’indipendenza, Franco, che nel frattempo è ritornato a lavorare a Torino, invita la moglie ad un incontro all’Isola Bella prima della sua partenza per il fronte.
Luisa è molto incerta, poi viene convinta dallo zio e andando verso l’isola, sul battello, vede un gruppo di soldati che va alla guerra e capisce che ci sono sofferenze e dolori più grandi dei suoi.
L’incontro con Franco è dapprima freddo, poi via via si scioglie e i due si ritrovano, dando alla luce una nuova creatura.
Come in tutte le belle storie, l’amore alla fine trionfa.
Si tratta, quindi, di una storia romantica, che creò clamore a suo tempo per le idee religiose che vi erano espresse.
Era portata avanti, nella figura Luisa, una forte critica alla religione, soprattutto a quella ufficiale e bigotta, sino al punto che la donna affermava che “ Dio è cattivo” o persino, che Dio non esiste.
Se la guardiamo con gli occhi del nostro tempo, ciò che rimane di pregevole del romanzo è, invece, il contrasto tra l’intimità del mondo familiare e la partecipazione ai grandi eventi.
Alla base c’è la rappresentazione del “ piccolo mondo antico”, che, come dice l’autore, “ era ancora più segregato dal mondo grande che al presente, era più che al presente un mondo di silenzio e di pace, dove i funzionari dello Stato e della Chiesa,e, dietro al loro venerabile esempio, anche alquanti sudditi fedeli dedicavano parecchie ore ad una edificante contemplazione”.
Questo mondo è costituito dalla Valsolda, di cui l’autore descrive sia la natura che la comunità.
Ed è proprio questa la parte più debole del romanzo: la natura viene affrontata con uno spirito romantico, tendente al “ meraviglioso”, all’immagine propria di un“ turista”, risultando in definitiva falsa e distante; i personaggi, innumerevoli, sono descritti soprattutto nelle loro relazioni reciproche, ma risultano, in definitiva, come caricature di figure tipiche di un piccolo paese ( la servetta infedele, il curato, il professore, lo spione e così via), senza, però, riuscire ad darne una rappresentazione ironica.
Lo stesso ricorso al dialetto non dà vivacità e veridicità ai dialoghi, risultando infine fastidioso ed inutile.
La figura di Franco è piatta, anche inverosimile, se si pensa che subisce una disgrazia terribile, che sembra superare con facilità.
L’unico personaggio che risulta contradditorio e complesso è quello di Luisa: essa è consapevole della fragilità del marito, della vacuità della religione, ma accetta il ruolo sociale di moglie e di madre.
Solo la morte della figlia rompe questo difficile equilibrio trascinandola quasi alla follia.
Ma, alla fine, si salva riprendendo il ruolo che le è stato affidato dalla società.
Piccolo Mondo Antico è il romanzo di un ricco e colto borghese dell’ottocento italiano, che ritiene che solo nell’assumersi le proprie responsabilità sociali ci si possa salvare e crescere come personalità.
La tradizione pre-industriale è quindi qualche cosa da superare, così come la chiusura nei problemi personali, nelle piccole relazioni interpersonali, nella ricerca di soluzioni metafisiche e irrazionali ( la religione, lo spiritismo).
Il tema della responsabilità e del superamento della dimensione familiare e localistica è particolarmente attuale nella società italiana: forse proprio la superficialità di come è stato affrontato nel romanzo ha fatto sì, così come è avvenuto, che familismo e localismo siano rimasti ancora oggi i punti deboli della società italiana.

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