"Voli separati" fa parte di una raccolta di racconti, con un unico tema: il disfacimento delle relazioni di coppia allʼinterno della famiglia nucleare, ormai tipica del ceto medio.
È sufficiente soffermarsi sulla breve storia che dà il titolo allʼintero volume per cogliere le caratteristiche letterarie dellʼautore e fuggire, il più velocemente possibile, dalla noiosa ripetitività delle situazioni, dei personaggi e dei dialoghi.
Beth non riesce a dormire e non accetta di assumere dei sonniferi: desidera sapere perché non riesce a fare una cosa così semplice, come dormire.
"Così notte dopo notte andava a letto per restare sveglia.
(...) non era attrezzata a risolvere un problema di questo tipo, (...) ciò di cui aveva bisogno era indagare dentro sé stessa, e ciò era un compito doloroso e destinato allʼinsuccesso.
Poiché quando cercava di esplorare sé stessa trovava, oh Dio, non trovava niente." Non restava che farsi un gin.
Lee, suo marito, deve andare ad un evento aziendale; come fanno spesso, i due prendono voli separati così da evitare che entrambi periscano in un eventuale incidente aereo (è la teoria del portafoglio della finanza, distribuire i rischi !).
Berth incontra un uomo, con il quale ha una relazione occasionale.
Ed è proprio questo rapporto fuggitivo ed intenso che porta alla luce le cause profonde del malessere: non amava più suo marito.
Da tempo "sospettavi che qualche cosa fosse morto nella tua casa, così ti guardavi intorno e vedevi che era da tempo morto anche nelle case di tutti gli altri; allora eri capace di tornare e guardare sotto il tuo proprio letto e trovare, veramente, un cadavere.
Lei accettava questa morte.
Essa era naturale e prevedibile come una faccia piena di rughe".
Ed infatti non cʼè uno sbocco alla crisi matrimoniale, alla perdita dellʼamore, perché è una cosa che "soltanto accade e noi non ci possiamo fare nulla".
In una società nella quale tutto si disgrega, anche lʼamore, non resta che il ricorso allʼalcol: la solitudine è una dimensione esistenziale dalla quale non si può sfuggire perché si basa sullʼimmobilismo delle relazioni umane, sulla nostra incapacità di amare realmente o di rovesciare la nostra vita.
Il profondo pessimismo dellʼautore lascia in sospeso le storie, non fa evolvere volutamente la narrazione, creando una trama statica, i personaggi sono freddi, senzʼanima, imprigionati in unʼesistenza piatta ed opaca.
E fa bene la figlia di Berth a reagire con violenza agli avvertimenti della madre ("oh mia bambina, salva te stessa.
(...) è una farsa, amore, matrimonio, fedeltà..), ed urlare: "oh perché sei venuta questa notte ! Perché ! Perché! Perché non sei rimasta di sopra ad occuparti delle tue proprie sporche faccende !"
Non cʼè speranza, forse è vero; ma si avrebbe desiderato un racconto migliore, con dialoghi intensi, qualche colpo di scena e, soprattutto, con approfondimenti dei personaggi e delle situazioni.
Ed invece si è dinanzi ad un ritmo narrativo noioso ed opprimente; peccato perché la scrittura è di ottimo livello.
Perché non leggerlo ? Opprimente e noioso.