Il racconto narra la storia dʼamore tra l’autore e Micòl nell’ambiente di unʼimportante famiglia israelitica di Ferrara: i Finzi-Contini.
Emergono due temi fondamentali: la nostalgia per una Ferrara serena e tranquilla e, soprattutto, una storia intimistica, legata alle relazioni personali che si sviluppa come sospesa su un baratro: i protagonisti cercano di vivere come se niente stesse accadendo, ma in realtà le leggi razziali, l’emarginazione, la guerra e la deportazione, così come la malattia, incombono e coinvolgono sempre più le vicende dei protagonisti.
È riduttivo leggere il romanzo come la storia di Ferrara o una vicenda dʼamore non corrisposto; essa è la storia degli ebrei, ma anche di qualsiasi altro, che dinanzi al pericolo e alla dissoluzione di un mondo "fingevano di non vedere, lasciavano correre.
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Lo stile è caratterizzato da una forte musicalità, nonché da una ricchezza di aggettivi e di narrazioni, che tuttavia non va a scapito dell’efficacia e della sinteticità.
I personaggi non vengono "scavati" ma restano in superficie, quasi indecifrabili e contraddittori nei loro sentimenti e comportamenti.