Gradimento Medio
e non lo rileggerei

Italia in Giallo

scritto da Autori Vari
  • Pubblicato nel 2020
  • Edito da La Stampa
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 06 dicembre 2020
Il quotidiano La Stampa ha offerto con il giornale una serie di racconti di Noir: Macchiavelli, De Silva, Fois, Lucarelli, Manzini, Carlotto, Simi, Robecchi, Malvaldi, Fantini e Pariani, Cassar Scalia, Pastor, Recami, de Giovanni, De Cataldo e Savatteri. E' stata un'ottima iniziativa: ha permesso di passare in rassegna i principali scrittori italiani del genere. Emerge come il Noir italiano sia di ambientazione, quest'ultima costruita intorno ad un personaggio, in generale un commissario di polizia; la trama è in secondo piano e spesso scontata. Negli autori del Nord il contesto è realisticamente crudo, specchio di un'Italia amorale e senza prospettive; laddove si parla del Sud l'ambiente è trasfigurato in una fantasia di fuga dalla desolazione della società meridionale, aspirazione resa sognante dall'uso civettuolo del dialetto, secondo lo stile di Camilleri.

Mi soffermo su alcuni di questi racconti. La "febbre" di Maurizio de Giovanni ci porta a Napoli e già dal titolo ricorda "Il Paese di Cuccagna" di Matilde Serrao (si veda recensione su questo sito). La febbre è il gioco del lotto e la vittima è "l'assistito", ossia colui che dà i numeri ricevuti dall'al di là. Non possiamo non avere simpatia per un commissario così coinvolto con la sorte dell' ucciso. "Nell'immagine che si presentava allo sguardo della mia anima, e di cui la mia anima condivideva la sofferenza, il sangue scendeva come una lunga, ininterrotta lacrima verso il basso, imbrattando la guancia, il collo e il davanti della vestaglia". Il racconto trasuda di napoletanità: arioso, raffinato nella lingua e nella sintassi, con una trama ben costruita, la breve storia dell'"assistito" ci invita a leggere altri lavori di de Giovanni.  In "Romanzo Criminale" (vedi recensione in questo sito) Giancarlo Cataldo aveva fornito un affresco desolante e rassegnato dell'Italia e di Roma in particolare, lasciando in secondo piano i personaggi, di fatto stereotipi criminali. Nel racconto dal titolo emblematico di "Medusa" è la protagonista il centro della narrazione. Oggi anziana insegnante in pensione, conosciuta per la sua severità, la professoressa Blasi ha trascorso la vita in una singolare relazione con un barone omosessuale. E quando questi fu ucciso, "al Caffè centrale non si parlava d'altro. E se ne parlava all'uso salentino, con poca o nulla pietà", ma se "al barone, in fondo in fondo, tutto si poteva perdonare: era nato così, e così doveva finire. Ma a lei, a lei no, quell'ostinazione senza causa gliel'avrebbero rimproverata per l'eternità". Bisogna ammetterlo: De Cataldo ha un passo in più rispetto agli altri autori italiani di Noir, nello stile e nei contenuti. Immaginiamo un anziano in una Milano "con quel cielo giallo che non faceva presagire niente di buono", che cosa può pensare quando gli suonano il campanello? In questa piccola chicca, "Ottobre in giallo a Milano", Francesco Recami sviluppa una vicenda surreale, eppure verosimile. L'anziano pensionato colpisce con una chiave inglese un intruso, presentatosi come commissario di polizia; preso dalla paura per quello che ha fatto, non si rivolge alle forze dell'ordine come avrebbe dovuto fare un bravo cittadino, invece con l'aiuto di un conoscente manigoldo getta il corpo sanguinante e privo di conoscenza davanti al Pronto Soccorso e poi si rifugia nei bassifondi della società con l'aiuto di un nipote furfantello, un po' pusher e molto avido. Che fine farà il nostro vecchietto in una Milano, "dove sembrava che fosse scoppiata la bomba nucleare, almeno così nei film colorano il cielo postatomico"?  Avevo conosciuto Recami in un altro racconto "Progresso-Audace 3-22" (vedi recensione in questo sito in "Il Calcio in giallo"), ed avevo apprezzato l'elegante narrazione di paradossi inquietanti del nostro tempo: credo che sia interessante approfondire l'autore con veri e propri romanzi. Quanto mi piace Gaetano Savatteri! La trama è inconsistente ma c'è ironia da vendere! Come in "La segreta alchimia" (vedi recensione in questo sito in "Viaggiare in giallo"), il protagonista è un disoccupato giornalista, continuamente preso in giro da un amico fraterno e da una forse fidanzata, architetta innamorata dell'opera d'arte, splendida e superflua. La città è Gibellina, dove il terremoto del Belice ha prodotto una ricostruzione fatta di urbanistica razionalista e di edifici e monumenti di grandi artisti; peccato che il paesaggio è un deserto, un abbandono surreale, lasciato com'è dagli abitanti, in fuga al Nord e all'estero. La fine ironia, l'affettuosa descrizione del contesto, la retorica dei riti istituzionali, la conferenza annuale, il buffet e la visita al museo, i personaggi rinchiusi nei propri ruoli, sono tutti elementi alla base di una denuncia politica e sociale, esposta con leggerezza e quindi non banale. E' un racconto da leggere.

Perché leggere questi racconti? Sono interessanti e piacevoli.

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