Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

Dove sei stanotte

scritto da Robecchi Alessandro
  • Pubblicato nel 2015
  • Edito da Sellerio
  • 345 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 08 luglio 2023
"Ha scarponi vecchi, uno aperto sulla punta, che sembra un sorriso sdentato. (...) Ma in fondo non lo vede nessuno, perché a Milano, anche se c'è l'Esposizione Universale ed è il centro del mondo, un senza-tetto che spinge un carrello con dentro la sua vita fa parte del panorama e quindi è invisibile". Con questa immagine di comune indifferenza sociale, il romanzo faceva sperare di essere un Noir d' intensa impronta sociale; in particolare,  se accompagnata da un altro luogo tipico di Milano "capitale del mondo": il mondo della televisione e delle grandi fiere annuali, come il Salone del Mobile. Il protagonista, Carlo Monterossi, è un famoso produttore di un programma che fa schifo pure a lui, vive in uno splendido appartamento con una governante efficiente e protettiva: è una vita finta e superficiale che potrebbe durare per sempre, agiata, tra feste, fugaci relazioni e auto commiserazioni. Quando tutto viene sconvolto. Alla fine di un party si ritrova in casa un giapponese, stordito e spaventato. Chi è? E cosa ci fa in casa sua? E perché viene ucciso e la sua bella dimora messa a soqquadro? E' da qui che prende le mosse un Noir con una trama ingarbugliata e ridondante dove c'è di tutto tranne l'ingrediente fondamentale: la suspense. Come in un grande mélange di Simenon e De Cataldo (si veda la citazione di Romanzo Criminale in questo sito) abbiamo l'intrigo poliziesco, i servizi segreti, il commissario emarginato ma intelligente, lo sfondo sociale cinico e affaristico della Milano "da bere", l'emarginazione e l'immigrazione clandestina, e infine, perché no?, anche l'amore. E' uno zibaldone insomma, condito per fortuna da frequenti citazioni di Bob Dylan, di un romanticismo malinconico come in questa poesia: "Nella pioggia del primo mattino con un dollaro in mano/ E' una fitta al cuore e le tasche piene di sabbia/Sono molto lontano da casa e mi manca tanto il mio unico amore".

Lo stile narrativo è mosso, fatto di un alternarsi di efficaci descrizioni e di colloqui serrati; sulla fluidità del discorso disturbano la continua entrata e uscita di scena dei vari personaggi, stancante e confusa nel suo ripetersi, e la ricorrente introspezione psicologica sull'uomo Carlo, che lentamente evolve da cicisbeo a uomo "vero". E', forse, un tentativo di introdurre un cambiamento interiore nel personaggio: mutamento che rimane in sospeso perché non approfondito, riducendosi ad essere un espediente letterario. La scrittura è elegantemente semplice, avrebbe meritata una storia robusta e meglio costruita.

Perché non leggerlo? E' prolisso, la cosa peggiore per un Noir.

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