Gradimento Medio-alto
ma non lo rileggerei

To kill a mockingbird (Il buio oltre la siepe)

scritto da Lee Harper
  • Pubblicato nel 1960
  • Edito da Lippincott Company
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 11 marzo 2017

"Mentre tornavo a casa, pensavo che Jem ed io saremo diventati grandi, ma non cʼera molto altro per noi da imparare, tranne lʼalgebra".
Con questo giudizio Scout, la piccola narratrice del romanzo, sintetizza le vicende del libro.
Ma che cosa ha imparato realmente la bambina ? Maycomb è una citta del sud degli Stati Uniti: "una vecchia e stanca città.
(...) Nella stagione delle piogge le strade si trasformavano in una rossa fanghiglia; lʼerba cresceva sui marciapiedi, il tribunale affondava nella piazza.
(...) Cʼera in realtà un sistema di caste in Maycomb, ma per me lavorava in questo modo: i vecchi cittadini, lʼattuale generazione di famiglie che erano vissute accanto per anni ed anni, erano totalmente prevedibili gli uni agli altri: essi davano per scontato atteggiamenti, cambiamenti di carattere, perfino gesti, poiché si erano ripetuti in ogni generazione e fissati nel tempo." Scout è una bambina vivace, indipendente, irrequieta.
Il suo "eroe" è Jem, il fratellino maggiore, il suo riferimento ideale è il padre.
Atticus, viene chiamato per nome dai figli, è uno stimato avvocato e rappresentante della città nel parlamento dello stato; vedovo, educa i figli nel rispetto degli altri e della comunità, ma soprattutto secondo valori autentici, di giustizia e libertà.
"Tutti hanno il diritto al pieno rispetto delle proprie opinioni, ma prima che io sappia vivere con le altre persone, devo vivere con me stesso.
Lʼunica cosa che non si attiene alla regola della maggioranza è la coscienza personale".
Scout e Jem trascorrono le lunghe e calde estati nella continua esplorazione del cortile accanto.
In particolare li attira una casa, dove vive nascosta una persona, avvolta nel mistero.
Chi è ? È un essere mostruoso e pericoloso ? Perché vive senza mai uscire ? I ragazzi cercano in qualche modo di scoprire questo tenebroso segreto.
Ed ancora una volta, come in tanti episodi del romanzo, emerge la serena saggezza di Atticus: ciascuno ha il diritto di vivere come crede; "ciò che fa Mr.
Radley (lʼoscuro personaggio) ci potrebbe sembrare strano, ma ciò che fa non è strano per lui" E poi, è giusto, chiede Atticus, "mettere la storia della sua vita in pubblico così che sia alla mercé dei chiacchiericci dei vicini" ? Atticus tratta i figli alla pari, dando loro consigli ma anche accettandoli: "che cosa farei, si chiede Scout, se Atticus non sentisse la necessità della mia presenza, aiuto e consiglio"? La storia potrebbe proseguire secondo i toni e i ritmi di un racconto dʼinfanzia, quando irrompe una vicenda tipicamente di stampo razzista.
Un negro viene accusato di aver stuprato e picchiato una ragazza bianca; Atticus é lʼ avvocato dʼufficio, incarico che accetta pur sapendo che si metterà in contrasto con la comunità.
"Se non lʼavessi fatto, (dice alla figlia), non avrei potuto andare in città a testa alta, non avrei potuto rappresentare la contea in parlamento, e soprattutto non avrei potuto dire a te e a Jem cosa non fare".
Ciò che si svolge nellʼaula del tribunale conferma la grande abilità di Atticus, come avvocato e uomo.
La sua arringa finale è la sintesi di che cosa è la democrazia.
"Thomas Jefferson una volta disse che tutti gli uomini sono stati creati uguali.
(...) Noi sappiamo (...) che alcuni sono più intelligenti di altri, alcuni hanno più opportunità perché sono nati privilegiati, alcuni uomini fanno più denaro di altri ...(...) Ma cʼè una cosa in questo paese nella quale tutti gli uomini sono stati creati uguali.(...) Questa istituzione è il sistema giudiziario".
La Giustizia è un ideale, esiste comunque la giustizia perché per la legge tutti gli uomini sono uguali.
Atticus si illude: il ragazzo nero, pur chiaramente innocente, viene condannato in quanto negro; poi viene ucciso durante la fuga dal carcere.
È una doppia sconfitta: il sistema giudiziario non è imparziale, il ragazzo non ha creduto nella giustizia della legge.Il padre della ragazza bianca decide di vendicarsi in quanto durante il processo il suo "onore" sarebbe stato infangato da Atticus; tutti hanno capito che è stato lui a picchiare la figlia.
Durante la notte di Halloween Scout e Jem sono aggrediti dallʼuomo.
Jem cerca di salvare la sorella e nella colluttazione lʼaggressore si accoltella e si uccide (o viene ucciso dal ragazzo ?).
Jem, incosciente e ferito, è portato al sicuro proprio da Mr.
Radley, il mostro della porta accanto.
La storia potrebbe avere un lieto fine, se non fosse che Atticus è convinto che sia stato il figlio ad uccidere lʼuomo e vuole che lo sceriffo proceda contro Jem.
"Se questa cosa venisse messa a tacere sarebbe semplicemente negare di fronte a Jem il modo con il quale ho cercato di educarlo.
Talvolta penso che io sia un totale fallimento come genitore, ma io sono tutto ciò che hanno.
(...) Se io convivessi con tutto ciò, non potrei francamente guardarlo negli occhi, e il giorno in cui non potessi farlo saprò di averlo perso.
Non voglio perdere lui e Scout, perché essi sono tutto ciò che ho." Lo sceriffo rifiuta di procedere, forte della sua autorità, concludendo in modo sconcertante: "lasciamo che il morto seppellisca il morto", ossia che giustizia sia fatta, con la morte di chi è stata la causa della condanna e dellʼuccisione di un uomo innocente.
negro.

Ed allora che cosa ha imparato Scout ? Ha appreso che non esiste la Giustizia, non cʼè un sistema giudiziario imparziale; ciò che giusto e ciò che non è giusto, il bene e il male sono fissati dalla comunità in cui si vive: essa decide, secondo valori ancestrali e radicati, quando intervenire, quando condannare un uomo innocente, perché non si metta in dubbio la distinzione tra le classi e le razze, e quando invece nascondere le colpe con lʼomertà, perché perseguirle significherebbe incrinare i presupposti di convivenza e di rispetto reciproco.
Una frase enigmatica conclude il romanzo.
Atticus si rivolge alla figlia e le chiede se anche lei è convinta che lʼuomo si sia ucciso.
Scout lo rassicura dicendo: "bene: sarebbe come uccidere un usignolo, non è vero ?" La mia interpretazione è la seguente: lʼusignolo è lʼinnocenza, che crede ancora nella Giustizia, fingere di credere che lʼuomo si sia ucciso è come riconoscere che non esiste la giustizia con la G maiuscola, prevalgono solo e saldamente i legami familiari e i valori della comunità.
Scout è pronta a diventare una piccola donna.
"Dopo tutto, se la zia può essere una signora in un tempo come questo, potrei esserlo anchʼio".
Scout si è omologata, è uscita dallʼinfanzia.

Accanto al grande tema etico, quello della Giustizia, il romanzo dà una splendida rappresentazione della società del Sud, del suo ambiente e dei suoi meccanismi sociali: una narrazione da parte di una bambina, con gli occhi sbalorditi dellʼinfanzia.
Ad arricchire lʼaffresco è la scrittura: essa attinge alle parole e alle costruzioni sintattiche del della tipica lingua del Sud, dando in tal modo freschezza al racconto e privandolo di una possibile pesantezza, che avrebbe potuto derivare dai suoi connotati moralistici.
La lettura in lingua originale non è ovviamente agevole, anche perché un normale dizionario non aiuta la comprensione delle parole e dei modi di dire.
Le lunghe digressioni sulla vita della città sono interessanti, tuttavia rallentano il ritmo narrativo, non sempre incalzante.

Perché leggerlo ? Non ci può fare a meno di innamorare di Atticus e dei suoi figli.

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