Il libro prende le mosse dalla scena conclusiva del precedente volume di Larsson: la ragazza che giocava con il fuoco.
Lisbeth Salander, dopo aver ferito gravemente il padre, è stata salvata dallʼamico Mikael Blomkvist.
È tuttavia molto grave e viene operata e ricoverata in ospedale.
Nel frattempo unʼunità speciale dei servizi segreti cerca di far rinchiudere nuovamente Lisbeth in manicomio per evitare che si vengano a sapere le trame ordite per molti anni, ai danni anche di importanti uomini politici, e che si basavano sulla figura del padre di Lisbeth.
Questʼultimo viene ucciso da uno dei servizi segreti, vengono compiuti altri omicidi e soprattutto si costruiscono le prove per incolpare nuovamente la ragazza.
Complementare alla vicenda principale si sviluppa lʼazione di Mikael, un vero giornalista, che raccoglie informazioni e riscontri per salvare la ragazza e smascherare i servizi segreti " deviati".
Si mette poi in moto anche una azione da parte dei servizi segreti "
buoni", che operano, congiuntamente a Mikael, per smascherare lʼunità
deviata e recidere il " cancro" che rischia di distruggere la
democrazia svedese.
Come è abitudine dellʼautore si aprono altre vicende, una delle quali vede protagonista la socia, ed amante, di Mikael, che va a dirigere un giornale importante, subisce diffamazioni di carattere sessuale ed è costretta poi a dare le dimissioni quando scopre che il proprietario del giornale sfrutta lavoro minorile in un paese del estremo oriente: ciò non evita, come vorrebbe il vero giornalismo, di pubblicare lʼinchiesta e rovinare lʼavido presidente.
Il tutto, poi, si conclude felicemente con la liberazione di Lisbeth e il trionfo del giornalismo dʼassalto e di un paese, lui sì, che possiede robusti anticorpi.
Il tema di fondo del libro sembra essere la contrapposizione tra il bene e il male: al medico cattivo si contrappone quello buono e preparato, al procuratore superficiale e facilmente manovrabile si contrappongono poliziotti e giudici onesti e così via.
Il conflitto è troppo evidente ed talmente privo di ambiguità da divenire scontato.
È un thriller, ma più ancora dei due primi libri dellʼautore, la trama si sviluppa in modo lento e talvolta noioso, è appesantita da una moltitudine di personaggi e da una ridondanza di dialoghi rispetto allʼazione vera e propria.
Appare, poi, totalmente inverosimile la forza di unʼunità operativa costituita da pensionati dei servizi segreti, e quindi fin dallʼinizio appare evidente che la minaccia verrà sventata facilmente.
Inoltre, la molteplicità dei temi trattati ( la deviazione dei servizi segreti, la capacità reattiva delle istituzioni democratiche, i doveri di un vero giornalismo ,che deve investigare e dire la verità, le intimidazioni di carattere sessuale, la fatica delle donne di affermarsi) generano un senso di dispersione che contribuisce a far perdere un filone comune nella lettura.
Ci si perde nelle parentesi con il risultato di una minore efficacia del racconto.
Ciò che rimane è lʼinvidia per un giornalismo investigativo ed onesto così lontano da quello italiano: se ci fosse anche nel nostro paese una rivista come Millenium !!