Siamo nel Seicento, il secolo dei pirati, "gente composta principalmente di spostati, di soldati e di marinai avidi di bottino", che scorrazzavano il mare dei Caraibi "per mettere le mani sulle ricche miniere dalle quali la Spagna traeva fiumi dʼ oro".
Tra questi " ladroni del mare" cʼera anche un nobile italiano, il conte di Ventimiglia, il Corsaro Nero: "era vestito completamente di nero ....
anche lʼaspetto di quellʼuomo aveva, come il vestito, qualche cosa di funebre, con quel volto pallido, quasi marmoreo".
La storia ha inizio con la notizia dellʼimpiccagione del Corsaro Rosso, fratello del Corsaro Nero, che ha fatto la stessa fine degli altri due fratelli, tutti assassinati a tradimento per mano del duca Wan Guld.
Il Corsaro Nero decide di recuperare il corpo del fratello per dargli degna sepoltura.
La spedizione a Maracaybo, dove era stato impiccato il Corsaro Rosso, costituisce un preambolo dei temi del libro: colpi di scena, duelli, astuzie ed eroismi, inquadrati in una natura rigogliosa e meravigliosa, con quadretti di una tipica città coloniale, abitata da una popolazione di mercanti e di cavalieri spagnoli.
Si combatte e si uccide ma non cʼè odio tra pirati e spagnoli: il vero nemico è uno solo, il duca Wan Guld: il fiammingo traditore.
Arriviamo ad un punto di svolta del romanzo.
Recuperato il corpo del fratello, si svolge il funerale sulla Folgore, la nave del Corsaro Nero: "il mare sfolgoreggiava sempre intorno alla nave, rumoreggiando sordamente ....
quelle ondulazioni avevano in quel momento degli strani sussurrii.
Ora parevano gemiti di anime, ora rauchi sospiri, ora flebili lamenti".
Dinanzi ad un equipaggio, emozionato ma anche terrorizzato dai fantasmi dei fratelli morti, Il Corsaro Nero rompe il silenzio funebre con un terribile giuramento: "la mia anima sia dannata in eterno, se io non ucciderò Wan Guld e sterminerò tutta la sua famiglia come egli ha distrutto la mia ! ".
Il destino è segnato: non cʼè più spazio per altre scelte, per una diversa volontà.
La vita del Corsaro Nero non può che seguire la strada segnata da questo giuramento.
Il Corsaro Nero cerca la vendetta ma incontra invece, in modo imprevedibile, lʼamore.
La Folgore si imbatte in una nave spagnola, che viene conquistata dopo una cruenta battaglia e lì i pirati fanno prigioniera una fanciulla, "una bella figura di giovane, alta, slanciata, flessuosa, dalla pelle delicatissima, di un bianco leggermente roseo".
Quale contrasto tra lʼaspetto lugubre del Corsaro Nero e il biancore della giovane ! Fin dallʼinizio si capisce che è nato un amore, ma questo amore porta con sé la tragedia.
Salgari ci lascia nellʼincertezza, non ci svela subito chi è la fanciulla, ma si capisce come il Corsaro Nero sappia che "i morti possono abbandonare i profondi baratri dove riposano e salire alla superficie" a distruggere le speranze di felicità.
Dʼaltra parte la giovane intuisce che il traditore di cui si vuole vendicare quel "funebre gentiluomo dʼoltremare" potrebbe essere suo padre.
Il lettore deve ancora aspettare.
I pirati vanno alla conquista di Maracaybo e poi il Corsaro Nero insegue Wan Guld nella foresta e nelle paludi dellʼAmerica Centrale.
La natura, splendida ma spietata, diviene per numerose pagine la protagonista del romanzo.
Il Salgari avventuroso e esotico scrive qui alcune delle sue pagine migliori.
Wan Guld riesce a fuggire ma sfortunatamente uno spagnolo rivela al Corsaro Nero che la fanciulla è la figlia del fiammingo traditore.
Non vale per il Corsaro Nero una massima seguita dai pirati, che non chiedono mai alle loro donne di rendere conto di ciò che hanno fatto nel passato, ma solo di ciò che faranno nel futuro.
Per il Corsaro Nero il passato si racchiude nel suo disumano giuramento: la fanciulla viene abbandonata in una scialuppa: "soffiava forte il vento allora e nella profondità del cielo guizzavano vividi lampi, mentre allo scrosciare delle onde si univa il rombo dei tuoni ...
intanto che la scialuppa si allontanava sempre ...
fra i gemiti del vento ed il fragore delle onde si udivano, ad intervalli, dei sordi singhiozzi...
Guarda lassù ! ( dice il fido Carmaux) il Corsaro Nero piange !
Il Corsaro Nero è il capolavoro di Salgari e , senza dubbio, uno dei più bei libri della letteratura italiana, non solo di quella di avventura.
Unicamente una critica elitaria, quale quella italiana, poteva non cogliere la complessità del romanzo.
È un libro di avventura ed anche qualche cosa di più.
Innanzitutto è unʼesplosione di fantasia, il gusto del meraviglioso e dellʼorrido che solo lʼimmaginazione può conseguire.
Basti pensare alla descrizione ricca e meticolosa dellʼambiente naturale, allʼattenzione alle vesti, tutte ricamate, cariche di pizzi e traboccanti di colori, alle raccapriccianti ed efferate scene di battaglie.
La fantasia costituisce anche la fuga da una angoscia esistenziale, che è alla base della personalità del Corsaro Nero.
Le vicende della vita portano solo dolore, gli affetti sono causa di sofferenza e bisogna sfuggire da una realtà che non dà felicità e pace.
Cʼè in qualche modo un demone che trascina lʼuomo al suo triste destino ed allora è meglio, fin che si è in tempo, rifugiarsi nellʼimmaginazione.
Perché leggerlo ? È un libro di avventura, romantico ma anche moderno nel suo messaggio di dolore e di angoscia.