Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

A thousand splendid suns

scritto da Hosseini Khaled
  • Pubblicato nel 2007
  • Edito da Bloomsbury
  • 402 pagine
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 31 agosto 2013

Lʼamicizia femminile è al centro di questo romanzo.Lʼautore narra le vicende della condizione femminile in Afghanistan in un arco di tempo molto lungo, dagli anni ʼ60 ad oggi, dalla monarchia sino allʼinvasione dellʼesercito occidentale, percorrendo il periodo " sovietico", la guerra civile e il regime talibano.
Racconta la dura vita delle donne tramite le vicende di due figure femminili: Mariam e Laila.
Mariam ha quindici anni nel 1974, quando il padre la dà in sposa ad un uomo molto più anziano: Rasheed.
Il matrimonio dovrebbe sanare una situazione scandalosa.
Mariam è una figlia illegittima e quindi, dopo il suicidio della madre, non può essere accolta nella famiglia paterna.Per la ragazza si interrompe una adolescenza relativamente felice, arricchita dal mito del padre e dal sogno di essere accolta come figlia a tutti gli effetti, di non essere più una bastarda.
Eppure, benché tradita dal padre, un debole ed un codardo, Mariam affronta con coraggio la nuova vita, nella grande città di Kabul.
Ma Rasheed si rivela un uomo dispotico e violento, soprattutto dopo che Mariam non riesce a dargli un figlio maschio, perdendo anzi la bambina di cui è in attesa.
La monarchia viene sostituita dal regime comunista e la condizione della donne migliora, almeno nelle dichiarazioni ufficiali e per un ristretto strato della popolazione.
Ma per Mariam non cambia nulla: vive reclusa in casa sottoposta al dominio brutale del marito.
Il racconto narra poi lʼadolescenza di Laila: una ragazzina vivace, irrequieta, istruita, innamorata sin da piccola di un compagno di giochi: Tariq.
La guerra tra bande tribali porta ad un clima crescente di violenze, uccisioni, rapimenti e stupri, spingendo molte famiglie, tra cui quella di Tariq, a fuggire in Pakistan.
Una bomba distrugge la casa di Laila, uccidendo i genitori.
La ragazza viene salvata ed accolta da Rasheed e Mariam.
In realtà lʼuomo mira a sposarla e ci riesce, in parte con lʼinganno ( con la falsa notizia della morte di Tariq) ed in parte perché Leila aspetta un figlio da Tariq e vede nel matrimonio una soluzione per sé e soprattutto per il bambino.
Dapprima Mariam accoglie con ostilità Leila, che le ha usurpato il ruolo di unica moglie, ma poi proprio la crudeltà di Rasheed, la nascita di due bambini e la durezza della vita sotto il regime talibano creano una crescente solidarietà tra le due donne sino ad una profonda amicizia.
È un legame tipicamente femminile perché nasce dalla cura per i bambini e dalla volontà di resistere, con fermezza e testardaggine, alle violenze inaudite alle quali sono sottoposte da parte di Rasheed.
E sarà proprio Mariam, la docile e remissiva Mariam, a uccidere con un colpo di scure il marito, che stava cercando di assassinare Leila.
In tal modo Mariam permetterà la fuga di Leila e si condannerà alla morte per mano dei talibani: un sacrificio estremo per il futuro felice dellʼamica e dei suoi bambini.

Le parti migliori del romanzo sono quelle dedicate alla descrizione dellʼinfanzia e dellʼadolescenza di Mariam e di Leila: la rappresentazione del mondo della campagna, quello di Mariam, contrapposto allʼambiente di Kabul, dove è cresciuta Leila; lʼinnocenza e i sogni delle due ragazze, così differenti ed eppure simili, perché tipiche dellʼadolescenza; lʼaffetto per il padre, per Mariam mitizzato e per Leila tangibile; la lontananza affettiva delle madri e il legame così profondo tra Leila e Tariq, senza dubbio la parte positiva di un romanzo generalmente cupo e triste.
Quando poi si passa a descrivere le vicende dei due matrimoni, si percepisce un senso di astrattezza e di artificioso.
Inutilmente lʼautore utilizza lʼespediente letterario di narrare le vicende secondo i punti di vista delle due donne: le due personalità restano sullo sfondo, appiattite dalle scene di violenza e di vita afgana, a loro volta ripetitive e così simili a come le immaginiamo noi occidentali.
In particolare, lʼamicizia fra le due donne non viene approfondita, ma emerge in modo superficiale senza che ne vengano scandagliate le motivazioni e le contraddizioni.
La decisione estrema di Mariam di uccidere il marito e di liberare Leila appare come un atto improvviso, senza che se ne capisca la maturazione, con il risultato che proprio Mariam appare un personaggio di secondʼordine rispetto a quello di Leila, quando invece ha tutti i tratti di una eroina della tragedia greca.

Perché non leggerlo ? Troppo lungo e a tratti ridondante.