Tra i migliori che ho letto!
e lo rileggerei volentieri

Ask the dust

scritto da Fante John
  • Pubblicato nel 1939
  • Edito da Harpercollins
  • 165 pagine
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 30 ottobre 2005

Il terzo libro della sagra di Bandini rappresenta un ulteriore passaggio sia sotto il profilo dei contenuti narrativi che per quanto riguarda gli aspetti stilistici ed espressivi.
Arturo è a Los Angeles dove sbarca il lunario cercando di scrivere e di far pubblicare i propri racconti.
All’inizio, il romanzo mantiene gli elementi caratterizzanti quello precedente: una forte prevalenza dell’immaginazione, un ritmo narrativo ancora basato sulle espressioni soggettive e con un stile caratterizzato da forti accenti lirici e pieni di suggestioni.
Arturo si innamora di Camilla, una ragazza messicana che lavora in un bar e inizia una tormentata storia d’amore, caratterizzata da scontri verbali, da messaggi scritti da parte di Arturo e da una gita sulla riva del mare, nella quale il ragazzo non riesce a tradurre il suo sentimento in un rapporto sessuale, pur atteso dalla ragazza.
Arturo vive ancora in una sorta di delirio, nel quale passa da fasi di esaltazione a situazioni depressive.
Si verifica, tuttavia, un episodio (immaginato o reale?), che sembra costituire la svolta nella struttura narrativa e stilistica del romanzo: una donna cerca Arturo per avere con il ragazzo una storia dʼamore.
Da questo momento i rapporti con Camilla si rovesciano: la ragazza cerca Arturo per essere aiutata e gli confessa di essere innamorata di un altro uomo, che tuttavia non la vuole.
Arturo accetta la situazione, anche perché si è accorto che Camilla si droga e vorrebbe aiutarla.
Si sviluppa una relazione complessa, durante la quale Arturo matura, diventando un adulto.
Il ragazzo vorrebbe portare la ragazza in una casa al mare, ma Camilla fugge e scompare nel deserto: "attraverso il deserto c’è una estrema indifferenza, il ritmo della notte e di un altro giorno, e tuttavia la segreta intimità di queste colline, il loro mistero, segreto e consolante, rendeva la morte di non grande importanza.
Potevi morire, ma il deserto avrebbe nascosto il segreto della tua morte, sarebbe rimasto dopo di te, a coprire la tua memoria con venti, calore e freddo senza età….
portai il libro un centinaio di metri nel deserto, verso sud est.
Con tutta la mia forza lo gettai lontano là nella direzione nella quale era andata.
Poi andai in macchina, accesi il motore e ritornai indietro verso Los Angeles".
Imbattersi con la vita reale dei sentimenti, e non solo con il delirio delle proprie aspirazioni e delle proprie immaginazioni, fa compiere ad Arturo la maturazione da ragazzo ad adulto.
Anche lo stile si evolve in questo senso.
Conserva sempre la ricchezza del linguaggio, una costruzione della frase e utilizzo dei vocaboli particolarmente attenti agli aspetti fonetici e alla suggestione del ritmo.
Lo stile, tuttavia, diviene più asciutto, meno lirico e ridondante, la struttura narrativa è contraddistinta da dialoghi, prima praticamente assenti perché non c’erano personaggi di particolare rilevanza.

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